Autore
Corrado V.
Editore
Grimaldi editori
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
234
Dimensioni
17,5x24,5
Lingua
Anno pubblicazione
2007
Rilegatura
Illustrazioni
Il testo è ricco di circa 1350 ricette; tra i capitoli più interessanti è il Vitto Pitagorico, basato su erbe fresche, radiche, fiori, frutta, semi e tutto ciò che la terra produce. Viene riproposto in raffinata ristampa anastatica su carta pesante con elegante astuccio rigido telato. lutilissimo glossario napoletano/italiano, con due belle stampe fuori testo che mostrano lapparecchio della tavola secondo letichetta del tempo. Dopo un secolo di predominio assoluto della cucina francese sulle tavole italiane, nel 1773 vide la luce a Napoli un ricettario destinato a dare una nuova impronta alla nostra gastronomia, Il Cuoco Galante di Vincenzo Corrado. Convinto assertore della fantasia, delleleganza e della novità a tavola, il merito del Corrado fu proprio quello di interrompere la monotonia e la supremazia della cucina doltralpe, e di introdurre sulle mense signorili alcuni elementi tipici italiani, rivendicando alla cucina nazionale un ruolo di primo piano, perduto ormai da alcuni secoli. Rimaneggiando classiche preparazioni alla moda francese mediante il sapiente utilizzo di erbe e sapori, egli si rese fautore di una cucina raffinata, leggera e profumata, proponendo anche luso di alcuni nuovi ingredienti, quali la patata e il pomodoro, fino allora poco o niente presi in considerazione. Tra i capitoli più interessanti è il Vitto Pitagorico, basato su erbe fresche, radiche, fiori, frutta, semi e tutto ciò che la terra produce, che, secondo una teoria propugnata da alcuni illustri esponenti della Scienza Medica dellepoca, riavvicinando luomo alla natura, rappresentava il cibo più giovevole alla salute e più idoneo per unaspettativa di vita lunga e sana. Il libro ebbe subito vasta eco sia nel Regno di Napoli che allestero, attirando linteresse e la curiosità persino di un illustre uomo politico come lAbate Ferdinando Galiani che ne commentò la pubblicazione in una lettera a Madame dEpinay. Il testo, ricco di circa 1350 ricette e impreziosito da due belle tavole fuori testo che mostrano lapparecchio della tavola secondo letichetta del tempo, viene riproposto in anastatica, completato da una nota che inquadra la vita e lopera dellAutore nella sfarzosa società settecentesca, da unanalisi delle ricette e delle tendenze gastronomiche dellepoca e da un glossario, tutti a cura di Lejla Mancusi Sorrentino.