Autore
Aliprandi, L. Aliprandi, G.
Editore
Priuli & Verlucca
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
384
Dimensioni
23,5x32
Lingua
Anno pubblicazione
2007
Rilegatura
Illustrazioni
215 ill. b/n e col
Questo secondo volume affronta la tematica della cartografa specialistica delle Alpi, prendendo in considerazione lo studio settoriale dei grandi massicci dal Monviso al Monte Rosa.
Per il Monviso, elemento cartografico caratteristico è il «Buco di Viso», primo traforo delle Alpi, terminato nel 1480. Questa galleria è raffigurata con immagini suggestive che ne fanno un unicum nella storia cartografica delle Alpi.
Per i colli del Piccolo e del Gran San Bernardo, la cartografia dimostra come la loro importanza commerciale sia stata condizionata dagli eventi storici e documenta come i grandi colli lombardi Sempione e Gottardo abbiano spostato, a partire dal 1300, lasse dei transiti per il Nord-Europa verso est, sminuendo limportanza dei due colli storici valdostani.
Il Monte Bianco ha una storia cartografica singolare in quanto, privo di colli importanti, viene individuato tardivamente dai cartografi con il nome attuale alla fine del 1700, mentre nel periodo successivo la sua presenza sulle carte è sempre più frequente.
Per il Cervino si ripete la storia del Monte Bianco: dimenticato inizialmente dalla cartografia e confuso con il Monte Rosa o con il Colle del Teodulo, con il generico nome di Mons Silvius, solo allinizio del 1700 venne scoperto dai cartografi che lo individuarono sulle mappe dandogli il nome attuale.
Il Monte Rosa, dal punto di vista della cartografia storica, è forse il massiccio più interessante in quanto, sin dal Medioevo fu attraversato da numerosi itinerari che permettevano alle popolazioni del versante nord di comunicare facilmente con il versante sud. È il periodo delle migrazioni walser nelle valli a sud del Monte Rosa di cui la cartografia dà uninteressante testimonianza.