Autore
Cantelli, Mancini
Editore
Silvana editoriale
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
288
Dimensioni
23 X 28
Lingua
Anno pubblicazione
2005
Rilegatura
Illustrazioni
90 col e 80 b/n
Gian Domenico Cerrini (Perugia, 1609 - Roma, 1681) è il protagonista di un'ampia e attesa retrospettiva che si terrà nella prestigiosa sede di Palazzo Baldeschi al Corso a Perugia il prossimo autunno.
La mostra, preceduta da una organica campagna di restauro e di studio, proporrà oltre sessanta opere del Cavalier Perugino insieme ad alcuni dipinti che testimoniano l'ambiente artistico in cui si è formato.
Il pittore, attivo a Roma nella prima metà del Seicento - dove si formò nella bottega di Guido Reni - mise a punto uno stile morbido e armonioso, manifestando uno spirito di indipendenza rispetto alle tendenze dominanti che lo fece apprezzare dalla più qualificata committenza romana, fra cui figurano le note famiglie dei Barberini, dei Chigi, dei Colonna, dei Pallavicini, degli Omodei, degli Spada.
Le sue opere, profondamente legate alla cultura classica, seppero a lungo resistere alle tendenze barocche diffuse nella capitale pontificia, come già osservava nel 1925 Roberto Longhi. Solo nell'ultimo periodo di attività, i panneggi agitati e i colori squillanti delle tele denunciano il cedimento alle pressioni del nuovo stile.
Francesco Federico Mancini Professore di Storia dell'arte moderna all'Università degli Studi di Perugia, è autore di numerose pubblicazioni in campo artistico. Insieme a Vittoria Garibaldi ha curato la mostra "Perugino, il divin pittore" (febbraio-luglio 2004) e il relativo catalogo, edito da SilvanaEditoriale.Gian Domenico Cerrini (Perugia, 1609 - Roma, 1681) è il protagonista di un'ampia e attesa retrospettiva che si terrà nella prestigiosa sede di Palazzo Baldeschi al Corso a Perugia il prossimo autunno.
La mostra, preceduta da una organica campagna di restauro e di studio, proporrà oltre sessanta opere del Cavalier Perugino insieme ad alcuni dipinti che testimoniano l'ambiente artistico in cui si è formato.
Il pittore, attivo a Roma nella prima metà del Seicento - dove si formò nella bottega di Guido Reni - mise a punto uno stile morbido e armonioso, manifestando uno spirito di indipendenza rispetto alle tendenze dominanti che lo fece apprezzare dalla più qualificata committenza romana, fra cui figurano le note famiglie dei Barberini, dei Chigi, dei Colonna, dei Pallavicini, degli Omodei, degli Spada.
Le sue opere, profondamente legate alla cultura classica, seppero a lungo resistere alle tendenze barocche diffuse nella capitale pontificia, come già osservava nel 1925 Roberto Longhi. Solo nell'ultimo periodo di attività, i panneggi agitati e i colori squillanti delle tele denunciano il cedimento alle pressioni del nuovo stile.
Francesco Federico Mancini Professore di Storia dell'arte moderna all'Università degli Studi di Perugia, è autore di numerose pubblicazioni in campo artistico. Insieme a Vittoria Garibaldi ha curato la mostra "Perugino, il divin pittore" (febbraio-luglio 2004) e il relativo catalogo, edito da SilvanaEditoriale.