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Dalmine
Autore
Mattioli P.
Editore
Skira
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
144
Dimensioni
24 x 24
Lingua
Anno pubblicazione
2008
Rilegatura
Illustrazioni
158 col

“A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa". “A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa". “A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa". “A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa". “A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa". “A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa". “A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa". “A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa". “A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa". “A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa". “A Dalmine è stato subito evidente che il protagonista sarebbe stato il fuoco” dice Paola Mattioli nella nota alle sue fotografie scattate dentro la Tenaris-Dalmine e raccolte nel volume “Dalmine”, appena pubblicato dall’editore Skira. Sono immagini che, come dice lei, mostrano “lo squassamento dell’acciaieria”, ma anche i volti dei lavoratori e le loro tracce nello spazio di lavoro: punto di partenza della fotografa milanese è stato, infatti, quello di "rendere visibile la realtà dell'operaio nella sua essenzialità di persona che esiste a dispetto della sua presunta e 'documentata' scomparsa".
Dalmine
Prezzo: € 28.00


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