Autore
Celant Germano
Editore
Skira
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
240
Dimensioni
24x28
Lingua
Anno pubblicazione
2010
Rilegatura
Illustrazioni
285 ill. col
Emilio Vedova inizia la sua ricerca artistica a metà degli anni trenta a Venezia e subisce immediatamente lattrazione profonda verso la grande pittura e scultura veneziana, tanto che la dinamica mobilità del barocco e il suo agitarsi inquieto e problematico accompagnano il giovane pittore in un estremo e totale coinvolgimento tridimensionale. Lopera di Emilio Vedova Scultore nasce proprio dal suo sentirsi parte viva e attiva entro spazi amati e scontrati, fonti inesauribili di stimoli e di provocazioni, che sfociano in interventi volumetrici nellambito della scultura, dellarchitettura, dellopera musicale e del teatro. Nel 1958 la collocazione a soffitto di unopera geometrica, allestita per la mostra a Palazzo Zachenta a Varsavia, conferma linteresse scultoreo di Emilio Vedova e il suo atteggiamento teso ad articolare implicazioni spaziali.
Seguono, nel 1959, a Venezia i teleri a elle nella pittura/ambiente a Palazzo Grassi, seguiti dallesperienza, in collaborazione con Luigi Nono, dellopera musicale Intolleranza 60 al Teatro La Fenice. Con i Plurimi, che datano dal 1961 al 1965 e sono anticipati dai Rilievi (1960-1964), Vedova stacca il quadro dalla parete e lo installa nello spazio in un insieme di superfici frammentate e intersecate tra pittura/scultura/architettura. A Berlino realizza i Plurimi dellAbsurdes Berliner Tagebuch 64, che troveranno qualche anno dopo il loro naturale sviluppo nello Spazio/Plurimo/Luce costruito per lExpo di Montréal nel 1967, nel quale per mezzo di quattordici grandi proiettori le lastrine di vetro, prodotte dallartista a Murano, sono proiettate in simultanea nello spazio asimmetrico fino a 16 metri di altezza. Nel 1977-1978 lavora ai Plurimi/Binari del ciclo Lacerazione, dove lo scorrimento e la sovrapposizione delle superfici, pitture in bianconero strette in poderose strutture dacciaio, determinano la continua trasformazione delle immagini, e al ciclo Frammenti/Schegge, precarie, solitarie e asimmetriche presenze, insieme ai
Cosiddetti Carnevali
Infine, dagli anni ottanta, Emilio Vedova realizza le grandi installazioni dei Dischi e Tondi in un ritrovato, vitale, aggressivo possesso spaziale. Un libro sullintero percorso scultoreo dellartista, anche attraverso lo studio dei cicli di modellini, veri appunti tridimensionali, che hanno scandito e assecondato quotidianamente la sua ricerca espressiva: una concezione di opera totale verso cui Emilio Vedova si sentiva chiamato.