Autore
Editore
Gruppo Editoriale Giunti
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
352
Dimensioni
21 x 29,5
Lingua
Anno pubblicazione
2009
Rilegatura
Illustrazioni
col b/n
Con l'estinguersi della dinastia medicea (1743), Firenze non perse il suo prestigio di capitale della cultura e delle arti grazie al successivo governo dei Lorena, che conferì alla città il profilo internazionale richiesto dalla politica dell'Illuminismo.
La mostra è la prima panoramica complessiva dei principali eventi artistici del Settecento a Firenze. Si tratta di 120 tra dipinti, sculture, oggetti e arredi delle grandi decorazioni pubbliche e private, opere che ripercorrono l'intero secolo registrando in chiave spettacolare le oscillazioni del gusto dal tardo barocco al neoclassicismo.
L'esposizione inizia dalle committenze di Cosimo III e del Gran Principe Ferdinando de' Medici che aprono la città ad artisti forestieri come Sebastiano Ricci e Giuseppe Maria Crespi. Favoriscono la scultura (con personalità come Giovan Battista Foggini e Massimiliano Soldani Benzi) e sviluppano le manifatture degli arazzi e delle pietre dure.
In questo contesto, le famiglie dell'aristocrazia fiorentina svolgono un ruolo di grande evidenza: i Gerini per la diffusione del vedutismo, i Ginori per la celebre manifattura delle porcellane di Doccia, i Corsini per la loro costante relazione con la Roma pontificia. Tutti episodi che contribuiscono a definire l'immagine di una città vitale e aggiornata, crocevia di molte esperienze e laboratorio di originali produzioni artistiche.
Estinti i Medici, Pietro Leopoldo di Lorena trasferisce in Toscana la versione europea del rococò e del neoclassicismo, e lo spirito riformista imposto dalle teorie illuministe anche nelle arti figurative. A Firenze si forma così una nuova élite di committenti fra cui spiccano i residenti stranieri (ad esempio l'inglese Horace Mann).