Autore
Agosti, Farinella
Editore
Officina Libraria
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
640
Dimensioni
21 x 26
Lingua
Anno pubblicazione
2011
Rilegatura
Illustrazioni
360 b/n col.
Alfonso I dEste (1476-1534) costituisce un caso esemplare, nellItalia rinascimentale, del rapporto strettissimo esistente tra mecenatismo artistico e attività politica: il terzo duca di Ferrara fu infatti non solo uno degli indiscussi protagonisti della storia europea nel primo terzo del Cinquecento (come dimostra lAppendice biografica della Menegatti, basata su nuovi spogli documentari), ma anche uno dei più illuminati mecenati delle arti del suo tempo, capace di porre la corte di Ferrara al centro della vita culturale italiana, potendo contare su una serie di artisti di corte di indiscusso prestigio (come Ercole de Roberti, Antonio Lombardo, Dosso Dossi) e rivolgendosi, allesterno, ai massimi geni in circolazione (da Raffaello a Michelangelo, da Fra' Bartolomeo a Tiziano). Eventi storici e commissioni figurative, negli anni di Alfonso I, si illuminano a vicenda, delineando il profilo di un committente deccezione, in grado unire una viscerale passione per le arti alla capacità di piegare gli artisti ai propri fini politici.
Dopo una sintesi delle maggiori imprese figurative estensi che precedono il ducato di Alfonso I, dallo Studiolo di Belfiore al Salone dei Mesi di Schifanoia, Farinella esamina la formazione figurativa del nuovo duca e le sue principali commissioni, sempre legate a avvenimenti politici e istanze propagandistiche. Così lo studio dei marmi di Antonio Lombardo viene letto come una risposta alla congiura ordita ai danni di Alfonso I da don Giulio dEste, mentre il Cristo della moneta di Tiziano e la monetazione del periodo divengono parte del duello delle immagini con papa Giulio II. Del camerino delle pitture, lopera di mecenatismo di maggior prestigio del duca, si dà un'approfondita lettura, analizzando la complessa iconografia dei dipinti di Bellini, Tiziano e Dosso incentrata sulle figure di Bacco, Venere ed Enea. Infine, si dà conto di altre importanti commissioni di Alfonso I, dal Giove, Mercurio e la Virtù di Dosso Dossi, per la delizia di Belfiore, alle opere richieste a Michelangelo (la Leda, di cui esiste il cartone).