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In tanta eleganza e raffinamento, le acconciature, in genere, assumono un ruolo fondamentale, esplicitando in maniera diretta, la creatività ed il grado di civiltà raggiunti dall’Italia in quest’epoca. L’intento del volume è quello di raccontare quello che passa per la testa delle donne nel Quattrocento ovvero appurare attraverso l’analisi delle acconciature e dei copricapi in auge (e dei simbolismi sottesi a tali accessori) come la testa delle donne divenga un vero e proprio campo di rappresentazione. Se, in alcuni casi, “I soperchi [superflui] ornamenti” vengono infatti biasimati (spesso invano) da legislatori e predicatori, divenendo ai loro occhi, segno ‘inquietante’ di una duplice dissolutezza che si conduce a danno della prosperità economica e della rettitudine morale della società coeva, in altri, essi vengono sapientemente utilizzati per accrescere il prestigio di corti e città. Attraverso la scelta mirata e complementare di fonti letterarie, documenti e iconografie quattrocentesche relativi alle variegate conzature de testa femminili, si è cercato di rilevare un vivace ed inedito spaccato della società del tempo. Oltre alle singole acconciatur si è dato spazio alla rappresentazione di quella gerarchia degli stati di appartenenza fatta di privilegio e discriminazione che vede sfilare sotto gli occhi del lettore, le giovani fanciulle, le spose, le vedove, le schiave, ecc… in una rappresentazione quasi a tutto tondo del mondo femminile quattrocentesco in cui raffinatezze e grossolanità sono stranamente mescolate.