Autore
Negro/Roio
Editore
Artioli editore
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
96
Dimensioni
23 x 31
Lingua
Anno pubblicazione
2010
Rilegatura
Illustrazioni
296 b/n e col.
Alessandro Marchesini fu un valente maestro di origine veronese, nel modus operandi del quale si colgono legami col classicismo del pieno Barocco bolognese - Marchesini fu nella scuola di Carlo Cignani a Bologna per alcuni anni a partire dal 1680 ca. -, tuttavia già orientati verso una più approfondita maturità di stile che tiene conto della coeva cultura lagunare dei primissimi tempi del Settecento. La carriera del maestro veronese, figlio di un architetto e fratello di uno scultore, ebbe inizio in patria nella bottega di Biagio Falcieri; dopo laccennato soggiorno a Bologna, dove si recò col conterraneo Calza, rientrò nelle terre venete cominciando unattività proficua che si svolse inizialmente soprattutto a Verona (Giona, Chiesa di S.Nicolò; Assunta, Chiesa di S.Biagio, ora a Breonio, entrambe dei primi anni Novanta), mostrando unaccurata e personale sintesi stilistica tra la cultura figurativa veronese e quella padana contemporanee. Membro della confraternita locale di S.Biagio, per la stessa dipinse una serie di lunette raffiguranti Storie della vita del santo, databili verso la fine del 1690. A partire dallinizio del Secolo dei Lumi, Alessandro Marchesini si trasferì a Venezia dove si specializzò come copista ma anche come mediatore di vendite darte - fu il talent-scout di Antonio Canal detto Canaletto -, in stretto contatto con prestigiosi collezionisti italiani (specialmente il lucchese Stefano Conti) ma anche stranieri (come limportante mecenate Lothar Franz von Schömborn, principe vescovo di Bamberga ed elettore di Magonza). In questi decenni di attività lagunare, Marchesini continuò a riscuotere comunque un notevole successo di pubblico con una serie di dipinti che, pur prevalentemente di soggetto religioso, sviluppavano ariose composizioni ambientate allaperto, ricche di figure e riferimenti simbolici, come una sorta di serene favole profane: esemplari in questo senso sono le due tele già nella raccolta Molinari Pradelli a Marano di Castenaso, una delle quali firmata e datata 1708 (Non date scandalo ai fanciulli e Lasciate che i pargoli vengano a me).