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Maja Bajevic (1967, Sarajevo) è una delle presenze più rappresentative tra gli artisti che provengono dall'Europa dell'est e dall'area ex comunista. Superando le barriere ideologiche e ogni posizione nostalgica, nel suo lavoro ha saputo coniugare ricordi d'infanzia, ironia, conoscenza di un territorio dal passato drammatico, impegno civile e analisi del vissuto individuale. Maja Bajevic agisce di preferenza attraverso video e performance, non disdegnando tuttavia fotografie, soprattutto quando esse documentino le sue più note azioni collettive: tra queste l'invito a donne turche a lavare le visitatrici di Manifesta in un hammam di Istanbul, e la collaborazione con anziane di Sarajevo per decorare le garze che proteggevano i ponteggi nel periodo della ricostruzione post bellica. Il libro, edito in occasione della sua personale presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, contiene una conversazione con Angela Vettese, un testo di Lynne Cooke e un intervento di Dunja Blazevic. Lo corredano numerose immagini a colori di tutta la sua produzione artistica, nonché apparati bio bibliografici che ne fanno il documento più completo mai pubblicato sull'artista bosniaca.