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Artista singolare e indefinibile, Remo Bianchi (in arte Bianco) ha condotto un'opera eclettica nel senso più alto del termine: un'opera continuamente eretica (eretica anche di se stessa), che si divincola dalle categorie e che, forse proprio per questo, non era mai stata adeguatamente studiata. Per comprendere l'opera e la vicenda artistica di Bianco possono esserci criteri e piani di lettura differenti. Una cosa è certa però: più ci si addentra nel suo lavoro, più ci si accorge di trovarsi di fronte a un problema affascinante e complesso, di non facile soluzione. Se fino ad ora, infatti, si è catalogato, solo in parte, l'ampia e molteplice produzione di questo artista così fertile e poliedrico, questa monumentale opera colma la lacuna e ci aiuta a individuare il filo conduttore che ne scandisce i passaggi e le sfaccettature. È qui presentata, con il supporto di ampi ed esaustivi apparati critici, la più vasta raccolta di opere di Bianco, si tratta dei circa 640 lavori componenti la collezione di Virgilio Gianni che di Bianco fu sin dal 1953 amico e mecenate: dalle prime tempere e tecniche miste del 1948 passando attraverso i celeberrimi 3D fino alle opere della maturità