Autore
Parmiggiani Sandro
Editore
Skira
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
Dimensioni
24x28
Lingua
Anno pubblicazione
2010
Rilegatura
Illustrazioni
282 b/n e col
Un omaggio a uno dei maestri internazionali della fotografia di paesaggio.
Una selezione di 290 fotografie in bianco e nero ripercorrono liter creativo del maestro inglese, ma americano dadozione. Tra queste, 200 costituiscono il vero e proprio percorso antologico, 35 documentano lo sguardo sul territorio reggiano (frutto di ricognizioni sul campo compiute negli ultimi tre anni), 35 si misurano con il perenne fascino di Venezia e 20 ripropongono uno dei cicli storici di Kenna, quello sui campi di concentramento e di sterminio nazisti.
Pubblicata in occasione della mostra reggiana, la monografia prende il via dalle immagini scattate da Michael Kenna nella natia Inghilterra negli anni Settanta e Ottanta, nelle quali si sofferma sui paesaggi urbani e su quelli di campagna, che posseggono già alcuni caratteri che impregneranno il suo successivo modo di fotografare: unatmosfera di nebbie e di fumi, catturati in quellindefinibile momento del crepuscolo o dellalba. Vengono ripercorse le indagini di Kenna sulle metropoli (New York, Shanghai, Hong Kong, Dubai, Rio de Janeiro, o ancora i ponti che a Parigi, a Praga, a New York uniscono le due rive dei fiumi che le attraversano) per arrivare alle immagini dei resti di perdute civiltà lontane, o di creazioni a noi più vicine nel tempo (dalle piramidi egizie e maya al profilo del monastero di Mont-Saint-Michel, alle statue abbandonate a se stesse nei giardini di Francia) e allindimenticabile ciclo de limpossibile oblio, realizzato negli anni Novanta sui luoghi dei campi di concentramento e di sterminio nazisti: personale testimonianza, memento di un uomo che sa quanto preziosa e necessaria sia la trasmissione della memoria.
Questa sorta di respiro cosmico che fa vivere il mondo, che caratterizza tutte le immagini di Kenna, può essere soprattutto colto nelle fotografie scattate negli spazi aperti: sovente un mare di pece e un cielo di tempesta si contendono la scena, con la linea dellorizzonte che a malapena riesce a dividere e distinguere le due insondabili profondità. Oppure, Kenna scruta la terra le pianure, le colline, le montagne, i laghi, gli stagni, i fiumi e i canali e si sofferma su isolate macchie di arbusti o di alberi, sugli steccati o sulle dune desertiche allorizzonte, sui pali che emergono dallacqua, sui riflessi che duplicano e capovolgono il reale, dentro un alone luminoso, che il lavoro in camera oscura accentua e esalta, che ci ricorda tanta grande pittura misuratasi con lincanto della luce.