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Quando richiamo alla mente immagini e voci di anni lontani, la divina Mnemosyne le accompagna spesso con i versi che Senofane dettava tra il calore di un ospitale focolare dell'Italía e il gelo dell'inverno e della vecchiezza : "Chi sei, amico, e donde venisti? Quanti anni avevi quando giunse il Medo?". Né so far a meno di ripeterli ora che un gentile invito a scriver una pagina per un dono di amici e scolari a Giovanni Camporeale mi riporta a cinquant'anni addietro, quando egli ed io eravamo ospiti di Firenze, ambedue provenienti dal "Regno di Napoli". Così all'immagine dell'amico che festeggiamo, fervido discepolo di Giacomo Devoto nello studio degli antichi dialetti italici, si affiancano quelle, parimenti care, di tanti giovani che hanno fatto e fanno onore a quella luminosa Scuola che segnò la rinascita dell'umanesimo fiorentino dopo lo smarrimento prodotto dalla guerra. Era naturale che dopo un approfondito studio delle magistrature osco-umbre l'amico Camporeale si sentisse attratto dalla civiltà di quei Tyrsenoi che hanno preceduto i Greci nella fondazione di città sulle coste del Tyrsenikòn pélagos; e allora un'Agathè Tyche lo affidò al magistero di un'illustre etruscologa, Luisa Banti, che ad una rigorosa preparazione in filologia classica, alla scuola di Giorgio Pasquali, univa una vasta esperienza archeologica nell'area Egea, grazie ad anni di collaborazione con Luigi Pernier, direttore della gloriosa Missione Archeologica Italiana in Creta. Della Banti il nostro Giovanni è stato attento discepolo e poi devoto assistente; e l'eccezionale magistero del glottologo e dell'archeologa ha suscitato in lui quel vivo senso storico che ha sempre guidato il professor Camporeale nelle lezioni universitarie e nell'esplorazione dell'Etruria mineraria come nella presidenza dell'Istituto di Studi Etruschi e nell'organizzazione del Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae. Ora son lieto di incontrarmi spesso con lui nel comitato che prepara gli annui convegni etruscologici di Orvieto; e ancor più lieto di poter associarmi agli amici che con questa offerta di loro saggi hanno voluto attestargli la loro riconoscenza e augurargli di dedicare molti anni ancora di sereno lavoro alla disciplina che già tanto deve all'opera sua assidua e preziosa" (Giovanni Pugliese Carratelli, Per Giovannangelo Camporeale).