Autore
Burbello F.
Editore
Editoriale Programma
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
150
Dimensioni
32 cm.
Lingua
Anno pubblicazione
2008
Rilegatura
Illustrazioni
154 tav in b/n, con 200 illust
Andrea Palladio e il mestiere dell'Architettura, a cura di Federico Burbello, Editoriale Programma, Padova 2008 Con testi di Federico Burbello, Antonio Labalestra, Marino Zancanella, Adriano Favaro, Antonella Favaro.
Il curatore Federico Burbello in quest'opera che potremmo definire un "omaggio" a Palladio, edito in occasione del V centenario della sua nascita ha voluto affrontare gli aspetti storici, teorici e pratici del "fare" dell'architetto di ieri e di oggi, chiamando a sostenerlo in questa sua indagine alcuni esperti che apportano ognuno approfondimenti peculiari a seconda della loro formazione o professione. Viene così messo in luce, con una analisi che procede necessariamente per punti di vista diversi, come Palladio sia stato non solo un grande innovatore, che si richiamava al mondo classico, riscoprendone e perpetuandone i canoni, ma sia stato anche un uomo di "cantiere", applicandovi le sue conoscenze e la pratica acquisite da quand'era un giovane umile apprendista scalpellino nella bottega padovana di Bartolomeo Cavazza e di come e quanto gli siano ancora debitori gli architetti di oggi.
A seguire nell'opera Antonio Labalestra, mentre ne Il cannocchiale di Aristotele, introduce Alcune considerazioni sulla centralità del linguaggio in Andrea Palladio, a reimmergere Palladio. Il saggio è poi arricchito dall'intervista a Francesco Moschini, curata, oltre che da Labalestra, da Francesco Maggiore.
Marino Zancanella, architetto affermato, allievo del prematuramente scomparso prof. Aldo Rossi, nel saggio Le forme preferite dalla mente, in parte autobiografico, coglie l'occasione per un ricordo del suo maestro e amico e ripercorre le tappe del suo progredire in una professione vissuta con tensione verso la sperimentazione.
Adriano Favaro analizza poi il rapporto tra la fotografia e le Ville Venete.
Antonella Favaro infine nel saggio "Giovanni Battista Bernardo: la villa di Peseggia e i suoi rapporti con l'opera di Palladio" analizza scientificamente il ciclo di affreschi della villa di proprietà del patrizio veneziano Giovanni Battista Bernardo.