Autore
De vincenti M.
Editore
Alinea
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
304
Dimensioni
17x24
Lingua
Anno pubblicazione
2011
Rilegatura
Illustrazioni
col b/n
È possibile considerare la presenza strutturata del verde nella città, come un'occasione ed uno strumento per una strategia di recupero e di ridefinizione della città stessa, o meglio, delle relazioni spaziali tra parti diverse della città? È questa, in sintesi, la questione intorno alla quale ruota e si sviluppa il lavoro di ricerca che Mauro Vincenti ha svolto nell'ambito del VII ciclo N.S del corso di dottorato di ricerca in Ingegneria delle strutture e del recupero edilizio e urbano presso l'Università degli Studi di Salerno, e che - dopo una serie di opportuni ulteriori approfondimenti - trova la sua pubblicazione in questo volume. La figura del parco, "unità di misura urbana", dai margini ben definiti e riconoscibili, irrompe nell'accidentalità e frammentarietà della conurbazione periferica per innescare, quale elemento di identificazione, un principio d'ordine, analogamente a quanto avviene stando all'interno della radura o dell'oasi, in quanto spazio modificato e sottratto alla continuità della foresta. "L'oasi può essere assimilabile a un giardino, a un hortus conclusus, spazio dove vi è stata una sostituzione vegetale, recintato e chiuso perché non vi sia ingresso di estranei o di forme di vita che possano minacciare l'integrità dell'oasi stessa. Hortus o recinto vegetale che non è necessario osservare dall'alto, come la radura, per accorgersi che esiste, ma ben visibile dall'esterno...Ma l'oasi è anche una forma ben visibile da chi si sposta lungo le direttrici di movimento che attraversano gli spazi vuoti del deserto, nei quali si inserisce come isola, come approdo... svolgendo questa funzione che contribuisce a darle vita, a connetterla ad altre oasi, ad altre polarità lontane" (Eugenio Turri, Il paesaggio e il silenzio, Marsilio editori, Venezia 2004). Il parco colonizza il terreno dalla topografia ed accidentalità complesse, ne esplora, seguendo molteplici itinerari, ogni sua singola piega in parte ancora nascosta, e ne disegna i suoi nuovi sentieri che uniscono punti, sino ad allora, separati e privi di connessione. Il sistema di spazi verdi che, appropriandosi della sua geografia, abita l'arco collinare flegreo, disegna uno spazio pubblico lineare a diretto contatto con la natura dei luoghi ed in costante riferimento visivo con la costa e le isole del golfo, palcoscenico naturale aperto al paesaggio che definisce la forma ed il carattere della città