Autore
Carretta / Magnetti
Editore
Allemandi
Luogo di pubblicazione
Torino
ISBN
9788842219217
Pagine
110
Dimensioni
23x28
Lingua
Italiano
Anno pubblicazione
2010
Rilegatura
Brossura illustrata
Illustrazioni
col b/n
La Fondazione Cosso esporrà, per la prima volta in Piemonte, la tela raffigurante lEcce Homo, unica opera attribuita a Caravaggio presente sul territorio. La tela sarà accompagnata da copie coeve da originali del Merisi arrivate in Piemonte tra il XVII e il XX secolo, omaggi allopera ancor più che alloperare del grande maestro lombardo. Tutti i dipinti presenti in mostra saranno corredati da indagini radiografiche al fine di permettere ai visitatori un raffronto diretto tra loperare di Caravaggio e quello, ben diverso, dei suoi seguaci e copisti. Lintera esposizione sarà accompagnata da accurati apparati espografici che offriranno ai visitatori approfondimenti didattici. Sono stati numerosi, in Italia e allestero, gli eventi celebrativi del quarto centenario della morte di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610). La Fondazione Cosso vuole inserirsi in queste celebrazioni con una mostra che si occupi di evidenziare la grande differenza tecnica ed esecutiva tra lopera del Merisi e quella di un suo copista, anche se coevo. LEcce Homo, lunica opera attribuita a Caravaggio presente sul territorio piemontese, sarà esposta accanto a una sua importante copia seicentesca conservata in Liguria, ad Arenzano, nota da tempo agli studiosi. DellEcce Homo si conoscono quattro versioni: tre in collezioni private in Piemonte, a New York e a Barcellona e una presso il Santuario del Gesù Bambino di Praga di Arenzano. Tra gli storici dellarte il dibattito sullautenticità degli Ecce Homo noti è ancora acceso. Pico Cellini e Maurizio Marini hanno sempre sostenuto lautografia della versione di New York, mentre Gianni Papi di quella di Arenzano. Gli studi radiografici condotti dal GRADOC (Gruppo di ricerca, Analisi e Documentazione per lopera di Caravaggio) hanno portato la massima esperta italiana di Caravaggio, Mina Gregori ad affermare lautenticità della copia torinese per le caratteristiche uniche della pittura di Caravaggio che emergono dalle analisi ai raggi X.