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Bruno da Osimo ha lasciato una sterminata eredità, confermando un particolare interesse per le arti applicate nel quadro di un orientamento culturale volto a valorizzare gli aspetti artigianali del fare arte: centinaia i disegni per copertine edite dalle più prestigiose case italiane, decine di pergamene istoriate per particolari ricorrenze, disegni per ricami e per mobili, progetti per realizzazioni in ferro battuto e in cuoio, oltre naturalmente a quanto scaturito dal vivace rapporto con il mondo della ceramica e del tessuto. Infatti, come ricorda la nipote Silvana Selvetti Marsili, dalla abitazione del maestro, casa Stella Maris, entravano e uscivano continuamente ebanisti, corniciai, falegnami, rilegatori, forgiatori, vetrai, ricamatrici, recando istruzioni per la realizzazione di oggetti disparati; vi erano poi le prestigiose collaborazioni con Nazareno Gabrielli a Tolentino, o con la signora Ginetta Assirelli Valgimigli dal cui laboratorio in piazza del Popolo a Roma venivano eseguiti i ricami più preziosi destinati alla curia pontificia e alle casate principesche del'Urbe.