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Negli ultimi anni la biblioteca, l'edificio pubblico destinato alla conservazione dei libri e alla divulgazione del sapere, è oggetto di profonde trasformazioni. Le modifiche interessano il funzionamento dell'istituzione, le tecniche di comunicazione sempre più articolate e multimediali, ma anche l'organizzazione dello spazio e, soprattutto, l'architettura. La varietà del consumo e dell'accesso alla cultura, l'esigenza di spazi differenziati per la lettura e per la vita di relazione, la differenziazione dei supporti documentali, incidono oggi profondamente sulla concezione dell'edificio e spingono verso una nuova architettura. A duemila anni dalla perdita della mitica biblioteca di Alessandria si assiste oggi all'affermarsi di una nuova tradizione organizzativa e costruttiva. La biblioteca è concepita come un centro culturale, con una grande disponibilità di spazi d'uso pubblico, caratterizzato da una forte immagine architettonica. Non più tempio o palazzo, ma soprattutto quartiere per il tempo libero, piazza, agorà, e, insieme, teatro, scuola e museo. Un nuovo libro, Biblioteche architetture 1995-2005, il quarto volume della collana Tipologie, affronta le tematiche legate al progetto architettonico di biblioteche e mediateche realizzate in tutto il mondo negli ultimi vent'anni. Il saggio introduttivo, di Aldo De Poli, traccia una breve storia della tipologia architettonica della biblioteca, mettendo in risalto l'identità dei modelli spaziali che si sono succeduti nella storia. Dall'incerta sala dei libri, parte di più vasti monasteri, palazzi di corte e università, all'edificio autonomo e ben definito nel cuore della città. L'esame indaga la crisi dell'edificio compatto, avvenuta durante il XX secolo, con una netta differenziazione tra le parti funzionali e una diversa articolazione in corpi aperti, sviluppati sia in orizzontale che in verticale, a contatto con il verde. Si conclude con la scena recente, con le grandi e spettacolari biblioteche nazionali che si identificano con vere parti di città, con gruppi di edifici diversi, che comprendono anche gallerie commerciali, piazze o giardini. Una nuova enfasi formale accomuna molte nuove realizzazioni, per la diversa immagine data dalla moltiplicazione degli spazi per la conservazione e dalla varietà degli spazi di relazione e per l'aspetto architettonico ricercato che simbolizza la ritrovata rilevanza dell'istituzione in paesaggi metropolitani sempre più dilatati. La seconda parte del volume presenta una ventina di edifici realizzati di recente, selezionati tra i più rilevanti interventi di ristrutturazione e costruzione ex-novo, ultimati in Europa, Stati Uniti, Canada, Egitto e Giappone, attraverso puntuali testi descrittivi curati da Paola Curdo Pecci. Sono prese in considerazione biblioteche nazionali, statali e universitarie e mediateche regionali o municipali. Ciascun esempio è illustrato con fotografie originali e con la riproduzione dei disegni del progetto. Compaiono tra gli autori i più importanti studi di architettura d'oggi, quali Juan Navarro Baldeweg, Mario Botta, Massimo e Gabriella Carmassi, Paul Chemetov e Borja Huidobro, Lluis Clotet Ballus e Ignacio Paricio Ansuategui, Antonio Cruz e Antonio Ortiz, Normann Foster, Michael Graves, Toyo Ito, Lassen, Schmidt e Hammer, Ricardo Legorreta, José Ignacio Linazasoro, Mecanoo, Dominique Perrault, Boris Podrecca, Moshe Safdie, Alvaro Siza, Snøhetta, Oswald Mathias Ungers, Robert Venturi e Denise Scott Brown. Un'ultima sezione, dal titolo "Nuovi scenari", è dedicata alla descrizione di importanti progetti, non ancora realizzati, per le biblioteche di Milano, Roma, Torino, Stoccarda, Berlino e Seattle. Concludono le schede tecniche delle opere prese in esame, le biografie dei progettisti e una vasta bibliografia internazionale sull'argomento. Utile strumento di studio e lavoro per chiunque voglia approfondire e comprendere le tematiche legate al progetto di biblioteche pubbliche e mediateche di oggi, questo libro vuole porsi come opera essenziale per comprendere se esiste un nuovo tipo architettonico contemporaneo; per capire qual è l'architettura di un luogo fondamentale per la conservazione dell'identità culturale e attraverso quali modi prende forma una memoria scaturita dal mito.