Autore
Orsenigo/Piacentini
Editore
Skira
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
412
Dimensioni
24 x 30
Lingua
Anno pubblicazione
2005
Rilegatura
Illustrazioni
90 b/n col.
Il volume presenta la straordinaria scoperta dei giornali di scavo, che si pensavano perduti, del celebre egittologo Victor Loret, al quale si devono alcune tra le più grandi scoperte effettuate in Egitto nel XIX secolo. Costituiscono una testimonianza eccezionale della sua attività nella Valle dei Re a partire dal 1883, quando lavorò a lungo nelle tombe di Amenhotep III e di Ramesse IX, fino al 1898-99, quando scoprì le tombe dei faraoni Thutmosi III e Amenhotep II, del principe nubiano Maiherpra e altre sepolture regali. Nella tomba di Amenhotep II ritrovò la mummia del faraone ancora nel suo sarcofago originale, e altre tredici mummie, tra cui quelle di Thutmosi IV, Amenhotep III, Merenptah, Sethi II, Siptah, Ramesse IV, V e VI, e probabilmente delle regine Tiye e Tauosret, deposte nella tomba intorno al 1000 a.C. dai sacerdoti egizi, per proteggerle dai ladri alla ricerca di gioielli allinterno delle bende. La scoperta della tomba, chiamata in seguito la seconda cachette reale, era conosciuta solo grazie a un articolo pubblicato da Loret, e molte erano state negli ultimi centanni le speculazioni degli egittologi su come fosse effettivamente avvenuta. Attraverso i materiali conservati negli Archivi di Egittologia dellUniversità degli Studi di Milano, che comprendono la quasi totalità degli Archivi di Loret, e alcune pagine di altri quaderni conservati presso lAcadémie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi, è ora possibile conoscere nei dettagli le tappe della scoperta, ricostruire lesatta posizione degli oggetti ritrovati, e rivivere tutti i particolari della polemica, vivacissima nel 1898, relativa al trasporto delle mummie al Cairo. I testi originali sono stati trascritti e commentati, le piante del giornale di scavo normalizzate seguendo quelle attuali, gli oggetti ritrovati elencati con il corrispondente numero di catalogo al Museo del Cairo. Il ricco apparato iconografico comprende, oltre alla riproduzione a colori dei manoscritti, acquerelli, fotografie depoca e fotografie attuali delle tombe e degli oggetti.