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Il passaggio da una cultura dell’espansione urbana a una cultura della trasformazione urbana, a partire dai suoi tessuti più intimi e significativi non è un processo nuovo ed esclusivo della nostra epoca: esso è invece una condizione permanente e ciclica della città di tutti i tempi, che da sempre si è trasformata con processi più o meno rapidi e continui, che hanno prodotto effetti di sedimentazione e di stratificazione, tanto difficili da discernere e selezionare quanto affascinanti da affrontare. In questo percorso storico anche l’individualità tipica di alcuni edifici e di alcuni brani di città ha dovuto confrontarsi con esigenze e funzioni nuove, diverse da quelle che ne avevano ispirato l’originario progetto e ispiratrici a loro volta di una nuova fase evolutiva dell’opera. È dunque questo il caso dell’Isolato San Federico la cui trasformazione è presentata in questo volume, per testimoniare i complessi passaggi, i condizionamenti, le attenzioni con cui tutti i soggetti coinvolti nel progetto e nella realizzazione si sono confrontati cammin facendo, consapevoli sempre di trovarsi di fronte a un edificio di grande qualità architettonica e di sofisticate metodologie d’intervento